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La Black IPA e il sestiere Santa Croce

By marzo 17, 2020 No Comments
Black IPA Zago-Santa Croce Venezia

Santa Croce è forse uno dei sestieri meno turistici di Venezia ma nonostante questo racchiude entro i suoi confini moltissimi luoghi interessanti, storie e leggende affascinanti. È il più piccolo, in estensione, ed è caratterizzato da numerose calli molto strette. È il sestiere omaggiato dalla nostra Zago Black IPA.

La birra

Sotto una schiuma strepitosa si svela una birra scura di grado alcolico contenuto (6% alc. Vol.) dai sentori di cioccolato fondente, bergamotto e una leggera tostatura. L’amaro è contenuto anche se si tratta a tutti gli effetti di una IPA ed è per questo molto profumata. Anche questa Black IPA è una birra ad alta fermentazione, rifermentata in bottiglia, realizzata con la tecnica del dry hopping, ovvero l’utilizzo abbondante di luppoli in fase di maturazione (quindi a freddo).

La Zago Black IPA si abbina ottimamente con cibi dal gusto morbido e dolce come orzotto alla zucca ma anche formaggi erborinati, salumi, pesci affumicati e spezzatino. Ottima come birra da dessert per accompagnare dolci al cucchiaio.

L’etichetta

Il colore dominante di questa etichetta è il nero: una tonalità che rimanda sia al colore della birra che al mistero di cui questo sestiere è ricco.

Dal Ponte degli Scalzi a San Zan Degolà

La nostra passeggiata alla scoperta di Santa Croce parte dal Ponte degli Scalzi. Chiunque arrivi in treno a Venezia, appena uscito dalla stazione, si trova di fronte questo passaggio che attraversa il Canalazzo (viene così chiamato dai veneziani il Canal Grande). Quello che attraversiamo ai giorni nostri è davvero recente (1934) e venne costruito poiché il precedente ponte (situato proprio davanti alla stazione e realizzato nel 1858) si era dimostrato instabile e pericoloso. Quest’ultimo ponte era stato costruito in seguito all’inaugurazione della stazione ferroviaria nel 1846.

Dirigiamoci ora verso la chiesa di San Zan Degolà, ovvero di San Giovanni Decollato. La sua facciata è riconoscibile nell’etichetta della Black IPA. Oggi la chiesa fa parte della comunità ortodossa e al suo interno sono stati recentemente riportati alla luce dei pregevoli affreschi, considerati tra i più antichi di Venezia.

Antichi misteri e re santi

Il nome del sestiere deriva da una chiesa oggi non più esistente a cui è legata un’affascinante leggenda. Pare infatti che un giorno del 1262 un misterioso pellegrino si sia presentato al convento annesso all’edificio sacro, recando con sé uno scrigno e un anello. Il pellegrino chiese alle suore di conservare il cofanetto fino a quando non si fosse ripresentato qualcuno con un anello uguale a riprenderlo. Gli anni passarono ma nessuno reclamò più l’oggetto; tuttavia nel convento le suore, specie quelle più giovani e che avevano appena preso i voti, avevano spesso visioni celestiali legate proprio al misterioso oggetto. La leggenda ha diverse versioni: alcune attribuiscono proprio a tali visioni la decisione della badessa di aprire il cofanetto, altre a una mareggiata eccezionale che rischiò di portarsi via l’oggetto. Sta di fatto che quando lo scrigno venne aperto si scoprì esserci al suo interno un chiodo della croce di Cristo e un cartiglio che identificava nel misterioso pellegrino il re di Francia Luigi IX, morto durante la crociata e poi fatto santo. Oggi la chiesa, come ricordato, non esiste più ma la preziosa reliquia si trova ancora nella chiesa di San Pantalon.

Due musei da non perdere

Andando alla ricerca di un altro degli edifici che fanno bella mostra di sé sull’etichetta della nostra birra scura, possiamo individuare Palazzo Mocenigo. Oggi è la sede del Museo di Palazzo Mocenigo – Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo. Rinnovato e ampliato nel 2013, oggi ospita una collezione suddivisa in ben 20 sale al primo piano nobile. Una visita in questo luogo consente di ripercorrere gli aspetti più evocativi della vita del patriziato veneziano nel periodo tra XVII e XVIII secolo. Di recente istituzione è poi la sezione dedicata al profumo che da sempre ha avuto un ruolo fondamentale nella storia cittadina. Tra i molti visitatori pare ve ne sia uno piuttosto famoso: Giordano Bruno, il filosofo arso in piazza dei Fiori a Roma nel 1600. Secondo la leggenda il suo spirito inquieto si aggirerebbe proprio per le stanze del palazzo un tempo proprietà del suo accusatore: Giovanni Mocenigo.

Altro museo di rilevanza è quello ospitato in Ca’ Pesaro. Qui ha sede la Galleria Internazionale d’Arte Moderna. Il Palazzo è uno splendido esempio di barocco veneziano: venne iniziato su progetto di Baldassarre Longhena e terminato da Gian Antonio Gaspari entro il 1710. All’interno del museo è possibile ammirare numerosi capolavori tra cui la celeberrima statua Il pensatore di Auguste Rodin e la Giuditta II (Salomé) di Gustav Klimt.

Il Fontego dei Turchi è un bel palazzo che si affaccia sul Canal Grande. Molto antico ma ampiamente rimaneggiato nel corso del XIX secolo, oggi è sede del Museo di Storia Naturale.

A Santa Croce vi è una delle chiese più antiche di Venezia: si tratta di San Giacomo dell’Orio, la cui fondazione risale al X secolo. Da qui partivano i pellegrinaggi per Santiago de Compostela. La facciata a salienti è molto sobria, in stile romanico, mentre all’interno sono presenti diversi stili architettonici, a testimonianza dei vari interventi che si sono succeduti nei secoli. Le opere qui conservate sono di artisti molto importanti nella storia veneziana come, ad esempio, l’organo con tre dipinti cinquecenteschi attribuibili ad Andrea Schiavone nonché pale d’altare di Jacopo Palma il Giovane e Lorenzo Lotto. Molte opere rilevanti sono conservate nelle sacrestie: qui hanno sede alcuni lavori di Paolo Veronese e Francesco da Ponte.